Il 21 marzo, alle ore 20,15 si è spento all’età di 94 anni Monsignor Giovanni Nervo, fondatore della Caritas Italiana e “padre” del volontariato italiano.

Nato nel 1918 a Casalpusterlengo, nel Lodigiano, all’età di 13 anni era entrato in seminario nella diocesi di Padova ed è stato ordinato sacerdote nel 1941. Il 2 luglio del 1971, seguendo le indicazioni della Cei, fonda la Caritas Italiana.

Mons Nervo ha vissuto i suoi ultimi mesi all’Opera della Provvidenza S. Antonio di Sarmeola di Rubano, dove è allestita la camera ardente.

Le esequie saranno celebrate nella Cattedrale di Padova lunedì 25 marzo alle 10.

Don Giovanni, nei suo 94 anni di vita, è stato uno strenuo difensore e sostenitore del vangelo dei poveri: «La prima carità è il Vangelo – dichiarò in un’intervista all’Osservatore Romano in occasione dei suoi 90 anni, il 13 dicembre 2008 – perché la povertà maggiore è la mancanza di fede, e che per molti, che forse crederanno di non essersi mai incontrati con Gesù Cristo, la carità sarà l’ottavo sacramento che li salva.

La vita di Monsignor Nervo.

Giovanni Nervo (1918 – 2013) Figlio di Sebastiano e di Teresa Andolfatto, Giovanni Nervo nasce il 13 dicembre 1918 a Vittadone, frazione di Casalpusterlengo.

«La mia è stata una famiglia povera e questa condizione umana mi ha dato la possibilità di entrare sempre in sintonia con le condizioni dei più umili. Penso alla saggezza umana e cristiana di mia madre che ci ricordava sempre “quelli che erano più poveri di noi”; questo ci consentiva di comprenderli e anche di essere felici di quel poco che avevamo» – si legge nel profilo di don Giovanni Nervo scritto da Sergio Frigo nel volume “I veri ricchi di Padova. Donne, uomini e storie di volontariato” curato dal Toni Grossi e pubblicato nel 2012.

«Sapevo già a otto, nove anni, che volevo fare il prete – racconta nel testo di Frigo – ma ricordo con gratitudine la sapienza di mia mamma, che ogni anno, al momento di tornare in seminario, mi diceva di pensarci bene e di non guardare alle attese della famiglia e di chiunque altro, ma di interrogare solo la mia coscienza. Ma per me fu una scelta naturale».

Nel 1951 istituisce la Scuola Superiore di Servizio Sociale e ben presto avrà il compito di coordinare tutte le scuole di servizio sociale Onarmo esistenti in italia.

Nel 1964 fonda il Centro di studi, ricerche e formazione nel settore dei servizi sociali e sanitari che diviene la Fondazione Emanuela Zancan (intitolata alla vicepresidente della scuola di servizio sociale di Padova morta nel novembre 1963). Mons. Nervo rimane presidente della Fondazione Zancan fino al 1997.

Il 2 luglio 1971 nasce la Caritas, voluta dalla Conferenza episcopale italiana e don Giovanni Nervo viene chiamato a presiederla, sebbene nel 1976 a causa di una modifica dello statuto – da lui stesso sollecitata – che designava la presidenza a un vescovo, Nervo diviene vicepresidente e lo rimane fino al 1986.

«Sono stato come un capo cordata in una scalata alpina, che inevitabilmente ha più visibilità nei media, ma la scalata è egualmente di tutti […]. Giuridicamente il fondatore della Caritas italiana è stato il cardinale Poma, presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei), che il 2 luglio 1971 firmò il decreto di costituzione. Culturalmente e spiritualmente il fondatore è stato Paolo VI, con il suo discorso al primo convegno delle Caritas diocesane nel settembre 1972. Organizzativamente è stato un gruppo di amici, sacerdoti e laici, su mandato della CEI, che ci hanno creduto fermamente e ci hanno lavorato con piena dedizione».

Appena nata la Caritas Italiana si trova a far fronte a un’emergenza nazionale: il terremoto del Friuli del 1976. Sono i primi passi delle Caritas diocesane: si avvia infatti una fitta rete di gemellaggi fra le diocesi italiane e le parrocchie colpite dal sisma e vengono attivati 80 centri di comunità in cui far ritrovare le persone, tutto con i contributi della Chiesa italiana.

«Proponemmo alle diocesi e alle Caritas diocesane che ciascuna si facesse carico di un Paese gravemente colpito, non tanto per mandare soldi o altre aiuti, ma perché a rotazione un gruppo di volontari andasse a vivere con loro, per condividere le loro difficoltà. Risposero circa ottanta diocesi: fu un’esperienza splendida di comunione umana ed ecclesiale. Ricordo quando accompagnai il direttore della Caritas di Pavia a Braulins, un paesino completamente distrutto: chiese al sindaco di che cosa avessero bisogno. Il giovane sindaco ci pensò un po’ e poi disse: “Che facciate coraggio a questa gente”. Così alcuni volontari posero la tenda lì e rimasero con loro. È la carità che si fa condivisione» racconta Nervo nell’intervista all’Osservatore Romano.

Questa esperienza portò Nervo alla presidenza dell’Associazione nazionale di volontariato della Protezione civile e nel 1996 il conferimento della Laurea Honoris Causa in Economia e commercio dall’Università degli studi di Udine.

Dal 1986 al 1991 mons. Nervo rimane a curare i rapporti fra la Cei e le istituzioni.

Ritornato a Padova prosegue l’impegno con la Fondazione Zancan e i corsi estivi a Malosco (Tn) fino al 1997 come presidente, quindi come presidente onorario, lasciando l’incarico a mons. Giuseppe Benvegnù-Pasini che lo aveva succeduto anche alla guida di Caritas Italiana in un passaggio di testimone della carità.

Nel 2003 – il 1° dicembre – l’Università degli Studi di Padova gli conferisce una seconda laurea honoris causa in Scienze dell’educazione e per l’occasione mons.

Nervo tiene una lezione magistrale sul tema “Cultura ‘nobile e cultura ‘povera’: reciproche integrazioni e arricchimenti nella formazione”.

Negli ultimi anni mons. Giovanni Nervo, nonostante l’avanzare degli anni, ha proseguito con costanza nella sua attività di promozione della pedagogia della carità, partecipando a incontri, dibattiti, scuole di formazione all’impegno sociale e politico, contribuendo con i suoi scritti – rigorosamente a mano.

Nel 2009 su invito del CSV Sardegna Solidale venne in Sardegna, a Cagliari, e – in una giornata memorabile – presentò ai tanti volontari convenuti il suo ultimo libro “Ha un futuro il volontariato?”. Una presenza che è stata un dono e una ricchezza per quanti lo hanno conosciuto, apprezzato e seguito nei suoi illuminati e puntuali suggerimenti e insegnamenti.

Grazie, don Giovanni!