Lunedì 10 dicembre 2018 parte in Sardegna, da Cagliari, il Viaggio di Liberaidee.

Parte da un istituto superiore della città: l’Istituto Tecnico Nautico “Buccari” di Viale Colombo 66. Parte con la memoria delle vittime innocenti delle mafie e con una mostra su Falcone e Borsellino, a ventisei anni dalla loro uccisione.

E lunedì 10 dicembre 2018 alle ore 15,30 presso l’Università di Cagliari, Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche, Via Nicolodi 102, Aula Maria Lai si terrà la Presentazione del Rapporto Liberaidee. La ricerca sulla percezione e la presenza di mafie e corruzione in Italia e in Sardegna.

Sono previsti gli interventi di
Pietro Ciarlo Prorettore Università di Cagliari
Stefano Usai Presidente Facoltà di Scienze Economiche, Giuridiche e Politiche
Pierluigi D’Angelo Questore di Cagliari
Massimo Zedda Sindaco di Cagliari
Guido Pani Magistrato Procura di Cagliari
Tatiana Giannone Libera Nazionale
Giampiero Farru Referente Libera Sardegn

E il Viaggio, in Sardegna, continua fino al 16 dicembre (vedi programma allegato)

 

Liberaidee è un progetto ambizioso e articolato che ha come obiettivo quello di offrire una rilettura attuale e condivisa del fenomeno mafioso e corruttivo.

L’idea progettuale nasce dall’impegno profuso da Libera fin dalla sua nascita per mettere in rete le molteplici realtà impegnate a vari livelli per l’affermazione della legalità democratica. Oggi la rete comprende più di 1600 associazioni, scuole, università, piccoli gruppi, luoghi in cui ogni giorno si opera per affermare il valore della Repubblica, della cosa pubblica. Tuttavia, non sempre ci sono il tempo e gli strumenti utili ad analizzare i cambiamenti in corso. C’è sicuramente uno iato tra la lettura del territorio fatta da quanti operano in questi contesti e quella che deriva dalle operazioni di polizia e magistratura. L’obiettivo è di portare questo spazio a ridursi, a rendere utile una lettura per l’altra.

Liberaidee è percorso nazionale di ricerca sociale partecipata sulla presenza e percezione delle  mafie e della  corruzione condotto con un approccio innovativo, volto non solo a descrivere le azioni criminali, ma anche a indagare sulla percezione del fenomeno nei diversi contesti, mettendo insieme due visioni: quella percettiva diffusa e quella qualitativa di chi fa un lavoro da un punto di vista inquirente e di azione repressiva contro le mafie.

La mappatura

In una prima fase del percorso ha visto una mappatura territoriale di mafie e antimafia, della presenza di organizzazioni mafiose ed episodi di corruzione, ma anche di tutti gli ‘avamposti’ di dignità antimafia che ci sono nei nostri contesti. Presenza di clan, operazioni di polizia e magistratura, confisca di beni; associazioni, ricerche scientifiche, realtà universitarie, scuole attive. Ma anche tutte le realtà che usano linguaggi altri per stimolare la cittadinanza attiva, come gli artisti che grazie al teatro, alla musica, al cinema, aiutano a consolidare una cultura democratica e che possono farci arrivare a quanti non parteciperebbero a una conferenza o all’udienza di un processo.

La ricerca

A partire dal quadro composto dalla mappatura, si è articolata una traccia di ricerca sociale sulla presenza e sulla percezione delle mafie e della corruzione nel nostro paese somministrata in maniera partecipata sui territori. Una ricerca coordinata da un comitato scientifico di ricercatori e docenti universitari, (composto da Nando dalla Chiesa, Alessandra Dino, Ludovica Ioppolo, Monica Massari, Stefania Pellegrini, Marcello Ravveduto, Giuseppe Ricotta, Rocco Sciarrone, Alberto Vannucci) che si è articolata in due strumenti: un questionario, diffuso in maniera trasversale a diversi categorie di indagine (scuole, associazioni, cooperative, realtà di base, etc.), e un’intervista, somministrata ad alcuni referenti istituzionali.

Il viaggio

Un grande viaggio da nord a sud dell’Italia, partendo dalla conoscenza per scatenare la fantasia, la creatività, l’innovazione. Con un ricco bagaglio la ricerca sociale. Da conoscere, da diffondere, da analizzare. Ed è per questa ragione che la ricerca vedrà come modalità di diffusione un grande viaggio nazionale e internazionale, che porterà nelle piazze, nelle sedi delle istituzioni, nelle scuole, nei luoghi di lavoro, i dati e l’analisi che ne deriva, per poter animare un dibattito pubblico che oggi va rivivificato. Un percorso di oltre 200 tappe in Italia e in Europa, che porterà i coordinamenti locali di Libera ad animare un dibattito locale che, a partire dai dati, ha l’obiettivo di riscrivere l’agenda dell’associazionismo in tema di mafie e corruzione, con una funzione di advocacy rispetto alle istituzioni competenti. Metaobiettivo è l’ampliamento della rete e l’assunzione di responsabilità di tanti più soggetti possibili in merito. Ogni tappa si concluderà con un fine settimana in cui i linguaggi artistici e più aggregativi aiuteranno a comporre un programma eterogeneo, capace di interessare fasce diverse della popolazione, a partire dai giovani, per rispondere alla loro esigenza di essere agenti attivi del cambiamento, ma anche perché oggi la condizione giovanile è un fatto di giustizia sociale, perché i giovani possono essere attori per un nuovo modello di sviluppo.

Un cammino che avrà bisogno della partecipazione di tutte e tutti per costruire, ogni giorno di più, una comunità alternativa alle mafie e alla corruzione.