LA MADRE DEL PANE
IL LIEVITO MADRE NELLA PRODUZIONE DEI PANI TRADIZIONALI DELLA SARDEGNA
A CURA DI G.ANTONIO FARRIS E MANUELA SANNA

Mercoledì 11 aprile 2018, alle ore 17.00, a Cagliari presso l’Aula Magna Seminario Arcivescovile – Via Mons. Cogoni 9, la Caritas Diocesiana di Cagliari e l’editore Carlo Delfino hanno il piacere di invitare la S.V. alla presentazione del volume “La madre del pane” a cura di G.Antonio Farris e Manuela Sanna.
Saluti Don Marco Lai. Presenta l’opera Costantino Palmas. Intervengono Daniela Forma, Consigliere regionale, Cesare Moriconi, Consigliere regionale, Raffaele Sestu, Presidente Regionale delle Pro Loco.
Sono presenti gli autori e Carlo Delfino.
IL VOLUME
Perché mangiare il pane ottenuto con il lievito madre?
I motivi sono di tipo
Sensoriale: il pane è decisamente “più buono”, influenzando sia l’aspetto olfattivo che quello gustativo.
Nutrizionale: i processi biochimici, estremamente complessi, liberano alcuni composti (aminoacidi, sali minerali, zuccheri semplici e tanti altri) prontamente utilizzabili dall’organismo umano; inoltre, l’abbassamento del pH (acidità del pane) stimola positivamente la digestione, soprattutto quella intestinale.
Salutistico: data la lunga fermentazione dell’impasto (6-8 ore e più) il pane ottenuto, rispetto a quello fermentato con il lievito di birra, presenta una riduzione significativa della glicemia (circa 25% in meno) e della insulinemia (meno 20%) post-prandiale e questo anche nelle persone con “ridotta tolleranza ai carboidrati” (condizione che può essere definita di “prediabete”).
Altri studi hanno dimostrato che l’attività proteolitica (in questo caso degradazione della gliadina, una delle due proteine del glutine) dei batteri lattici può avere un ruolo determinante nel ridurre l’intolleranza umana al glutine, intolleranza che caratterizza la malattia celiaca.
Inoltre l’acidificazione dell’impasto interviene anche sulla prevenzione di alcuni difetti del pane: ritarda l’ammuffimento, contribuisce ad allungare i tempi di conservabilità chimico-fisica, ritarda la comparsa del raffermamento.
In una società come la nostra, la quale destina circa 1/3 del pane giornaliero alla pattumiera, poter disporre dello stesso pane per più giorni diventa un elemento essenziale nella lotta allo “spreco alimentare”.