La XVI Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime delle mafie, si celebrerà in Basilicata, a Potenza, 19 marzo 2011.

19-21 marzo 2011 in Basilicata: il perché è nei nomi
Narra un’antica leggenda che qualche millennio fa un popolo migrante attraversando il sud del nostro Paese si trovò a percorrere quella vasta zona di terra che si estendeva tra il Mar Tirreno e il Mar Ionio, quella che oggi include anche parte del Cilento, dell’Irpinia, dell’alta Calabria fino al golfo di Taranto. Una terra di boschi, di fiumi e di monti, ma che colpì quella gente perché da questa terra vedevano sorgere il sole; si fermarono, dunque, e la chiamarono Lucania, cioè "terra di luce".

Non è questo l’unico significato di Lucania, ma è quello che ci piace di più: perché offre speranza, perché richiama alla responsabilità e perché, in un certo senso, spiega il perché del 21 marzo quest’anno in Basilicata. Per dirci ancora una volta che le vittime di mafia sono patrimonio comune della memoria dell’intero Paese e quindi anche della gente lucana, ma soprattutto perché questa regione, sempre vista ai margini di un Sud aggredito dalle mafie nonostante sia collocata geograficamente nel cuore del Mezzogiorno, rappresenta una sorta di
linea di confine culturale tra il volto classico delle mafie e il volto che si evolve nell’era della globalizzazione; tra la criminalità considerata la zavorra colpevole di un Sud che economicamente non decolla e quella che sempre più si pone come complessiva questione culturale; quello che spara e semina lutti e quello che non si fa chiamare mafia ma anzi prende le distanze dalla mano violenta e criminale. Una zona grigia, insomma, che per il fatto di non essere mai facilmente definibile rischia di essere invisibile o, peggio ancora, inesistente; come accade, appunto, in Basilicata la cui storia recente è stata caratterizzata da una serie di vicende che hanno catapultato questa regione sul palcoscenico di una cronaca nera fatta di omicidi, scomparsi, intrecci perversi e poteri nascosti.

Ritrovarci il 21 marzo in Basilicata, quindi, per dirci ancora una volta che il contrasto alle mafie e a tutta la loro complessità significa andare oltre i luoghi comuni, significa scendere nelle profondità delle vicende, attraversare le apparenze, travalicare i confini delle frasi fatte, e che ci sono terre – come appunto questa – che ci aiutano a capire che l’impegno antimafia prima ancora che denuncia delle organizzazioni criminali è annuncio di un nuovo modo di partecipazione alla vita del Paese; è impegno, attraverso la corresponsabilità di tutti e di ciascuno, nell’edificazione di modelli culturali in antitesi con quelle logiche clientelari e quei patti sottobanco che sono invece terreno fertile di una mafiosità di sistema prima ancora che degli stessi clan.

Il 21 marzo in Basilicata, dunque, per dire che in questa regione c’è tanta e tanta gente che vuole rendere visibile "la luce che sorge" perché intende restare fedele al significato profondo della stessa parola Basilicata, che viene dalla radice greca "basilicos"
o "basileus", letteralmente "re", "signore": signori, dunque, protagonisti, attori e non comparse nella storia di questa regione.

La Sardegna sarà rappresentata da studenti di alcune scuole medie e di alcuni istituti superiori e da una folta rappresentanza di volontari di diverse associazioni.

Per informazioni Numero Verde 800 150440 (CSV Sardegna Solidale)